Molini a Vento – Ruderi

Nel 1742 il Sig. Filippo Tidi (famiglia che possedeva mulini ad acqua sul Rio Ardenza) inizia a costruire sei mulini a vento e dieci anni dopo uno è terminato e un altro è “più che ammezzato”. In realtà alla fine solo quattro strutture verranno effettivamente costruite come si individuano in alcune carte della costa livornese, ad uso dei naviganti, relative a dei portolani (manuali per la navigazione), nelle quali i mulini della Valle Benedetta, per la loro posizione eminente, sono presi a riferimento e “mira” per l’attraversamento delle Secche della Meloria e l’ingresso in porto.

Nella prima carta datata 1769 i mulini risultavano ancora tre, mentre nella successiva del 1795, i mulini sono diventati quattro. Essi servivano per la macinazione del grano prodotto nei non distanti terreni pianeggianti.

“…vedemmo un mulino a vento già terminato, ed un altro più che ammezzato, de sei che il Signor Filippo [Tidi] faceva fabbricare lungo la cima di uno di questi monti. Sono tutti di un disegno molto giudizioso, comodo, e sicuro, fatto dal già Vairynge macchinista di S.M.C. e professore di meccanica e filosofia sperimentale nell’accademia di Nancy, poi di Firenze. Quest’ultimissima invenzione dei mulini a vento sarebbe di grande sollievo per alcune province della Toscana…”. [Citazione Collezione Minutelli, anno 1752: Targioni Tozzetti “Osservazioni fatte alla Valle Benedetta” (si riferisce ad una gita del 1742)]

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