Pieve di Cerreto

Pievi e Chiese

Storia della Pieve

Sulla sua storia esistono poche certezze e tanti dubbi. Il primo fra tutti è riuscire a stabilire dove era locata la chiesa battesimale rammentata nel 995. Il toponimo “Mozzano” è un po’ vago, perché indica una vasta area che non comprende solo il luogo dove sorge la nostra Pieve, ma anche alcune terre sottostanti. Dopo il Mille, la Pieve  rimane intitolata solamente a S.Giovanni Battista, probabilmente in occasione di una ristrutturazione dovuta alla contessa Matilde di Canossa. Sicuramente al tempo della Contessa la Pieve di Mozzano era la Pieve Vecchia di Cerreto. Da sempre molto fragile nella sua struttura, necessitò nei secoli di vari ed importanti interventi di ristrutturazione, problemi che si sono ripresentati anche ai nostri tempi.

Nel Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca del 1260, la Pieve è matrice di cinque chiese e di un romitorio. “Ecclesia S.Ylarii de Oneta”, “Ecclesia S.Quirici de Tersona”, “Ecclesia S.Michaelis de Buita”, “Ecclesia S.Maria de Roccha”, “Ecclesia S.Jacobi de Burgo Mozani” ed infine “Heremitorium de Chifenti”.

In questo periodo, purtroppo iniziò anche la sua decadenza. Lo sviluppo edilizio e sociale del fondovalle, compreso il borgo di Cerreto, favorì le altre chiese di Borgo a Mozzano.La popolazione iniziò ad abbandonarla ed inevitabilmente, nella seconda metà del ‘500, rimase privata dei suoi privilegi. I suoi arredi si trasferirono alla nuova Pieve, eretta nel borgo di Cerreto e anch’essa intitolata a S.Giovanni Battista.

[testo ispirato dal sito Il Contado lucchese ]

I giorni nostri

La Pieve non è attualmente visitabile, essendo rimasta chiusa dopo gli episodi di scosse di terremoto del 2013 e tuttora in fase di verifiche strutturali. Noterete infatti i tipici “vetrini” disposti  sia nella corte che sui muri di abside e facciata; pur costantemente monitorate, le pareti presentano numerose crepe e l’architrave della porta ‘ingresso è spezzato, segno di un cedimento strutturale dell’edificio.

Descrizione

La chiesa ha una facciata a capanna spoglia, con un solo portone ed una monofora sopra di esso. Il campanile ha un arcone sotto cui passava una mulattiera. Sopra troviamo una monofora e, ancora più in alto, una bifora, motivi che sono visibili anche posteriormente. La torre è coronata da una ben conservata merlatura. L’ abside semicircolare è decorata con una fila di archetti ciechi in alto e tre monofore; tali decorazioni sono dovute ai cosiddetti “mastri comacini”. Segni distintivi sono il motivo del nastro senza fine – che simboleggia la fede incrollabile – ed il pellegrino col bordone che testimonia i secoli di passaggio di persone

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