Trekking
Anello di San Bartolomeo
L’itinerario è in piena macchia mediterranea, e si snoda tra i resti di antiche mulattiere che solevano unire il terrazzamenti utilizzati per le coltivazioni. Si notano spesso ricrescite spontanee di vite, inframezzate da rovi da cui le more invitano alla sosta.
Per visitare i resti della chiesa romanica di San Bartolomeo occorre effettuare una breve deviazione dall’anello descritto per arrivare alla piccola sella a ridosso della cima: si nota attualmente il solo muro perimetrale destro e poco altro delle sue fondazioni. Fu costruita dai pisani, probabilmente nel XII secolo, e forse andò distrutta in un’incursione saracena, come il medievale paese di Pomonte, molto più all’interno di quello attuale. Faceva parte di alcune suffraganee (come la vicina San Frediano, anch’essa diruta), che si trovavano lungo l’importante via di comunicazione medievale fra due borghi molto importanti di Marciana e Pomonte. La sua posizione ha inoltre suggerito il fatto che potesse avere un ruolo di vigilanza costiera [Fonte: www.isoladelba.online]
Qui ci fanno spesso compagnia libellule, farfalle, cornacchie, gheppi e poiane, che nei giorni ventosi sfruttano le correnti per perlustrare il territorio dall’alto o per muoversi rapidamente per la macchia.
La Via Ferrata del Monte San Bartolomeo consta di un cavo di acciaio propriamente fissato su granito per risalire un pendio roccioso di una decina di metri fino alla cima del colle. Si consiglia l’utilizzo di apposito imbrago con dissipatore e caschetto, se non altro per ridiscendere lungo lo stesso (seppur facile, ma esposto) percorso. La salita della ferrata NON è obbligatoria per il compimento di questo anello, ma costituisce solo una possibilià in più di salire sul promontorio, dove per altro insistono numerose vie di arrampicata ( vedi https://www.infoelba.it/sport-tempo-libero/sport-terra/free-climbing/san-bartolomeo/ )