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Inverno, tempo di ciaspole

Tempo di Ciaspole

La neve copiosa è tornata a ricoprire i monti alle quote più elevate, e richiama adesso alle attività escursionistiche su terreno innevato.

Facciamoci trovare pronti non appena sarà possibile uscire in ambiente ! In questo articolo ci riferiamo in particolare alle escursioni con le ciaspole o racchette da neve, pratica sempre più comune anche nel nostro Appennino Toscano. Tutto ciò nonostante le ciaspole abbiano origine in ambienti diversi e lontani dal nostro e tra loro.

L’origine delle Ciaspole

Le racchette da neve sono state infatti una invenzione, dettata dalla necessità, di quelle popolazioni semi-nomadi delle steppe siberiane o del continente nordamericano. Il loro utilizzo è stato finalizzato a facilitare spostamenti a corto-medio raggio con obiettivi di rifornimento e caccia. Sicuramente si sono sviluppate contemporaneamente ed indipendentemente in varie zone del globo.
Ogni ambiente ha fatto sviluppare forme diverse in funzione del materiale disponibile e degli usi concreti a cui si destinavano: appostamenti di caccia oppure approvvigionamento nei boschi. Non sono state un sostitutivo degli sci, ma un attrezzo dedicato ad usi differenti e complementari.

Lo stesso che potremmo affermare anche oggi parlando di Escursionismo su neve: non sono un attrezzo alternativo allo sci né tantomeno ai ramponi, ma si collocano in una nicchia precisa di utilizzo funzione delle caratteristiche dell’ambiente che andiamo ad esplorare.

Come sono fatte le Ciaspole da Escursionismo

Le Ciaspole da Escursionismo sono uno strumento appositamente pensato per facilitare la progressione su terreno innevato, andando ad ampliare la superficie di appoggio del piede e facilitandone lo scorrimento sulla neve.
Per far ciò assumono una forma simil-ovale essendo realizzate in materiale plastico e componenti di alluminio o acciaio. Si calzano fissandole allo scarpone ed alle caviglie con una fantasia di lacci e chiusure.
Per la corretta progressione su neve sono pressoché indispensabili anche i bastoncini da trekking, dotati di rondella terminale per evitare sprofondamenti eccessivi in appoggio.
Non costituiscono strumento di progressione su ghiaccio, nonostante la loro base e la punta siano dotate di ramponcini e di punteruoli che aiutano a stabilizzare il passo ed a far presa sul terreno. Si prestano ad affrontare percorsi misti in salita e discesa e costituiscono attrezzo escursionistico ma non alpinistico.

Escursionismo con Ciaspole: la tecnica di camminata

Come anticipato, la corretta camminata con ciaspole deve avvalersi dell’uso di bastoncini da trekking per ottimizzare l’appoggio, l’equilibrio ed il ritmo di progressione e per riuscire a far fronte ai cambi di pendio del terreno.
La tecnica di progressione base è quella del passo alternato (bastone destro in appoggio con ciaspola sinistra e viceversa).
L’andatura deve prediligere il ritmo lento (più lento della vostra camminata normale). Gli attrezzi ai piedi vi faranno procedere a gambe leggermente più ampie di una camminata normale (per evitare l’inciampo e il calpestio degli attrezzi). Di conseguenza il vostro peso andrà a gravare totalmente ed alternativamente su una delle due gambe; anche per questo occorre diminuire il ritmo di andatura ed avvalersi dei bastoni da trekking.
Le ciaspole sono dotate di 3 differenti assetti:

  • Tacco mobile: da prediligere quasi sempre: discesa, terreni in pianura e salita in lieve pendenza.
  • Tacco bloccato: nei traversi, in cui occorre anche procedere con la corretta tecnica (piede a valle che punta valle, piede a monte leggermente divaricato verso monte), appoggio sfalsato dei bastoncini.
  • Alzatacco: in salita per affrontare pendii ripidi.

E’ bene sapere prendere confidenza con tutti gli assetti e fare un po’ di pratica preventiva prima di intraprendere percorsi da giornata intera con dislivello cospicuo, passaggi delicati e ambienti diversi.
Ovviamente è sempre auspicabile affidarsi a qualche professionista del settore per le prime esperienze su neve.

Abbigliamento consigliato

Per una esperienza ottimale sulle Ciaspole è necessario disporre di un’attrezzatura invernale di base che riassumiamo brevemente.

  • Scarpe: scarponcini da trekking impermeabili consigliati con una calza robusta e calda.
  • Zaino: escursionistico da giornata, con spallacci rinforzati e lacci di chiusura (pettorali e lombari). Capienza di almeno 35l.
  • Vestirsi a strati: evitare di indossare giacche a vento pesanti durante le attività (si suda e si fatica
    maggiormente in salita). Meglio più strati leggeri da poter facilmente togliere od indossare secondo il bisogno.
  • Giacca a vento nello zaino per coprirsi nelle pause o durante percorrenze esposte ai venti (ad es. tratti di crinale).
  • Un cappello di lana e guanti invernali al seguito (nello zaino o a portata di mano).
  • Molto utili :ghette invernali, per progressione su neve e per evitare di bagnarsi l’interno dello scarpone.
  • Kit di emergenza: lampada frontale, telo termico.
  • Kit di autosoccorso in valanga : Artva, Pala, Sonda. (*)

Indicazioni generali sul vestiario possono essere trovate anche qui:
https://ilbivacco-toscana.it/equipaggiamento-uscite-con-le-ciaspole

Dove praticare con le racchette da neve in Toscana

L’Appennino tosco-emiliano è sicuramente l’ambiente più consono in Toscana dove andare a fare questa pratica. Pressochè tutti i passi appenninici ci permettono di raggiungere le quote interessate dalla neve in relativamente breve tempo attraverso strade provinciali che vengono manutenute e spalate. Da qui si possono svolgere sia tranquille escursioni per pascoli, boschi di faggio o conifera oppure più impegnativi tracciati in campo aperto circondati da crinali e pendii. Sicuramente avere come destinazione un Rifugio aperto e gestito garantisce maggior supporto, orientamento e  sicurezza.  Nei pressi di alcuni dei passi più frequentati inoltre sono presenti punti sosta dove oltre a ristoro è possibile trovare anche attrezzatura in affitto per la giornata.

Sicurezza

Per avvicinarsi in sicurezza a questa pratica occorre comunque tenere presente diversi principi che l’ambiente innevato comporta, per evitare di sottovalutare i rischi che questa attività per sua natura contiene.
Qui ne indicheremo alcuni:

  1. Segui principalmente tracce o sentieri marcati. Rimane buona la norma di seguire principalmente sentieri marcati, o concretamente già tracciati su neve. Tieni comunque presente che la coltre nevosa cancella il tracciato di un sentiero, e che in alcuni casi la traccia ottimale su neve può non coincidere con quella “a secco”.
  2.  Il manto nevoso è vivo e reagisce a qualsiasi sollecitazione naturale o antropica. Occorre tenere presente che l’ambiente innevato è in continua evoluzione giornaliera, e, in base alle locali condizioni meteo, anche ora per ora. Occorre sapere valutare il rischio sul momento e prevederne l’evoluzione nel tempo. I movimenti valanghivi possono essere spontanei (ad esempio per rialzo termico o per assestamento pendio dopo copiose nevicate) ma anche prodotti dal passaggio di noi stessi, così come di altri escursionisti o di animali.
  3. Caratteristiche del terreno innevato: nell’arco di un’escursione ci troveremo ad incrociare vari tipi di innevamento, funzione della diversa reazione che la neve e la sua evoluzione nel tempo ha avuto. Tutto ciò varia in funzione di esposizione al sole ed altri eventi atmosferici, quota, variazioni di pendio, copertura arborea. Normalmente un ambiente di bosco maturo ha un grado di sicurezza maggiore rispetto al campo aperto per il verificarsi di valanghe. Abbiate sempre e comunque uno sguardo su ciò che sta sopra di voi.
  4.  Orientamento nell’ambiente innevato. E’ sicuramente  preziosa una bussola ed una buona cartografia da studiare preventivamente e da ricontrollare sul posto (cosa che l’App Selfguided Toscana può aiutare a disporre). Utile prendere punti di riferimento del proprio passaggio nel caso di dover ripercorrere i propri passi a ritroso. Sicuramente da evitare, per motivi di difficoltà di orientamento, le mete esposte o percorsi in campo aperto con densa copertura nuvolosa. Il “white-out” (perdita di orientamento per assenza di punti di riferimento nel bianco più totale) è un fenomeno più comune di ciò che si possa presagire e di difficile risoluzione pratica senza la opportuna strumentazione ed esperienza.
  5.  Equipaggiamento adeguato e autovalutazione: affrontate i percorsi con equipaggiamento adeguato e calibrandoli con la propria preparazione fisica ed esperienza. Procedete per gradi e sappiate piuttosto fare esperienza di utilizzo del materiale anzichè spingersi in situazioni di cui cominciate a non avere controllo.
  6.  Consultazione del bollettino nivo-meteo. Pianificare una escursione invernale significa anche monitorare costantemente e periodicamente (sapendolo interpretare) un bollettino nivo meteorologico nei giorni e settimane precedenti. Ciò aiuta nel pianificare l’itinerario, nel prevenire incognite e nell’evitare esposizioni rischiose.Il sito su cui reperire le informazioni è il MeteoMont
  7.  Costante rivalutazione degli obiettivi. Nonostante la App vi consenta di portarvi dietro la vostra preparazione a tavolino, ricordatevi che siete voi ad eseguire le scelte sul campo e siete gli unici che possono essere nella condizione per la reale interpretazione dei dati: quelli a tavolino e quelli oggettivi della natura che vi circonda. Questi vanno costantemente confrontati con il proprio stato psico-fisico sul momento. Saper rinunciare alla meta fa parte dello spirito dell’Escursione e non toglie mai niente all’esperienza personale che vi riporterete a casa. Al contrario prendersi dei rischi inutili solo per compiere il programma inizialmente pensato a tavolino può seriamente compromettere l’esito dell’escursione.
  8.  Attività di gruppo (!): contrariamente a quanto si possa pensare, affrontare l’attività in gruppi numerosi moltiplica il fattore di rischio anzichè contenerlo. Se avere uno o due compagni di escursione fidati può contribuire alla sicurezza personale, uscire in ambiente innevato in folti gruppi -magari variegati dal punto di vista della tecnica, equipaggiamento e forma fisica- fa impennare il numero di combinazioni dei fattori critici da tenere sotto controllo. Mediante la scelta dell’itinerario adeguato ed il rispetto di una tabella di tempistiche da rispettare si può ridurre di molto il rischio quando ci spostiamo in gruppo.

Offerte Selfguided Toscana: App e Sito

Se  avete letto attentamente fino a qui e vi sentite adeguati, sulla nostra App Selfguided Toscana trovate alcuni itinerari appositamente tracciati da seguire. A maggior ragione assicuratevi di avere batteria carica e di usare in maniera ottimale il vostro dispositivo. (A questo proposito potete ripassare mediante i Tutorial messi a disposizione: https://selfguided-toscana.it/self-guided-toscana-app/ )

Se invece sarete interessati a svolgere l’attività in uscite guidate di gruppo potete seguire il sito di Associazione Il Bivacco www.ilbivacco-toscana.it con un calendario invernale di ciaspolate per i soci.

Note all’articolo

A scanzo di equivoci le informazioni qui riportate hanno fine meramente illustrativo e non esaustivo. Non hanno nemmeno fine didattico poichè gli argomenti da affrontare ed approfondire per una completa conoscenza dell’argomento sono molti e talvolta complessi (* vedi il già citato Kit di Autosoccorso in Valanga: Artva, Pala, Sonda).
Per corsi, formazione e pratica si consiglia sempre di rivolgersi a professionisti del settore (Guide Alpine) o alle Scuole di Formazione del CAI.
Fatte queste doverose precisazioni, le Offerte di percorso che trovate sulla App possono tornarvi utili non appena si è acquisita una certa pratica e dimestichezza con l’attrezzatura, a fini di supporto alla programmazione e svolgimento. Ognuno dei percorsi va affrontato essendo consapevoli che il livello di difficoltà è quello  EAI (Escursionistico, Attrezzato, Ambiente Innevato)

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